Chi passa da qua?
Passa tu e passa vento, passo io e passa luce, passa lei e passa tempo.
La soglia ha i suoi custodi, è fatta di tanti nomi: greci, latini, divini, paurosi e angelici. Sulla soglia timida si fermano il giorno e la notte delle cementine, quelle dei pavimenti dai decori con scacchi, fiori, losanghe e cornici; rimani in bilico guardando un mondo di qua e un mondo di là. Quei pavimenti si stendono come dei tappeti dove inseguire i passi.
Sulle soglie t’immagini tante storie dedicate ad una scelta o ad un obbligo.
Sulle soglie ci puoi persino stare per sempre, rimanendo indeciso;
vedi il fiore e la cornice che rilascia una luce intinta di rosso carminio e che sfuma sul muro,
o di grigio livido che specchia le ombre;
o antracite cerato che fa scivolare gli sguardi;
o rosso mattone sbiadiato che riquadra i balli e le coppie;
Le stelle e le rose dei venti orientano il tuo passo.
Il passaggio nella porta risuona di nocche che bussano e cigola con i cardini,
lì ci ho trovato un po’ di nonne e bisnonne, presenze di soglia,
rapide o statuarie e spesso di guardia;
più donne che uomini, più vecchie che giovani.
Gli uomini che ci sostavano lo facevano in uno degli stati limiti dell’esistenza: una nascita, una morte, una malattia;
oppure con una valigia pronti per partire per una guerra o per un lavoro.
La soglia ha i suoi custodi divini e terreni, è un posto dove le cose cominciano a venire in presenza, poi qualcuno apre le finestre provocando correnti e spostamenti; volano via le cose custodite e restano soli i custodi.
la soglia è il custode dell’oltrepasso
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