Privato e Pubblico

Oggi è ancora il compleanno di mio papà e lui manca, manca anche quello sbarcatoio per portare i passi delle persone di questa città sull’acqua in quel modo, mancano persino i fieri leoni, a difesa di quella unica e collettiva piazza messinese che si chiama porto, tante mancanze ma noi siamo ancora qui.

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Privato e Pubblico

papà

Oggi è una foto di mancanze. Manca lui, nel ‘55 era un giovane medico per scelta, volontà e ostinazione, in una Italia che consentiva attraverso l’impegno collettivo, il lavoro, lo studio e la formazione individuale la possibilità di cambiare la condizione di classe e fare il lavoro che desideravi fare .

La seconda cosa che manca è il senso di alcuni luoghi della città. Lui, un uomo di 25 anni nelle sue passeggiate e vestito di tutto punto, arrivava fino a toccare l’acqua racchiusa nella falce del porto, lo faceva come tanti messinesi, esprimendo con il corpo, la natura dolce dell’urbanità che può unire artificio e natura.

Stava sullo sbarcatoio semicircolare degli anni trenta dirimpetto al bastione cilindrico che sta sotto la stele della madonna.

Oggi la banchina è allargata, l’asse è ostruito da un graticcio a difesa del porticciolo privato della marina del Nettuno , le antiche sculture dei leoni che stavano ai lati sono state tolte , il senso del luogo e di quello sbarcatoio è meno pubblico .

Tutto questo è avvenuto solo pochi anni fa, permesso dai controllori nell’indolenza generale , nessuno ha mai richiesto di togliere quella stupida gabbia di legno, quasi nessuno ha domandato dove fossero finiti i leoni , le barchette e il rapporto corporeo con l’acqua sacra della piazza del porto .

Tutto è avvenuto con la solita assenza, indolenza e mancanza.

Oggi è ancora il compleanno di mio papà e lui manca, manca anche quello sbarcatoio per portare i passi delle persone di questa città sull’acqua in quel modo, mancano persino i fieri leoni, a difesa di quella unica e collettiva piazza messinese che si chiama porto, tante mancanze e siamo ancora qui.

 

Semafori Spenti

IMG_6849La foto è del 1953 e racconta  Messina alle prese con i semafori, con i gesti del lavoro e quelli del far niente,

quell’uomo provava a issare   luci e  regole  e  le  appendeva ad un filo.

Oggi le regole sembrano troppe, il filo si è rotto  e il lavoro non si sa cosa sia.

La città è invasa dai progetti e dalle parole e mancano i vigili , non quelli in divisa, mancano  i cittadini vigili. Servirebbe  un grande semaforo per capire  le priorità e le precedenze.

Mentre nella notte pulsa la sola luce gialla  , qualcuno rallenta ma l’eccitazione è tanta e alla fine  volente o nolente si sente un rumore e si va a sbattere.