Amnioticamente nel Global reek

imageGirando ti abitui alle globalità , ti accomodi nelle cose conosciute , non rischi e ti appaghi di essere giramondo tutto compreso. Non si tratta di trovare solo quello ti eri immaginato nei modi e nei tempi del turista sincopato che non può perdere tempo in scorribande casuali, no proprio vedere non ti serve più di tanto , hai già visto tutto nel mondo del web , hai scovato le migliori viste panoramiche su Panoramio, i tagli fotografici sapienti su Flickr, hai pure vissuto le grandi emozioni schizzate su Instagram, hai tracciato percorsi, raccolte e safari fotografici di ogni parte del mondo su Picasa, hai riempito varie memorie esterne, 2 SIM , 10 Pen drive, hai scaricato su molte nuvole eteree dimenticando le password. Tutto è globale , mixato ma globale, nessun abito extracontinentale ti sembra originale , nessun viso ti sgomenta per l’inconsueto tratto somatico , tutto è avvolto amnioticamente nel global reek ,che poi sarebbe il puzzo globale, quel gigantesco vapore gastronomico che inietta i cervelli delle cittá dei turisti, quel continuum olfattivo che agguanta i corpi dei passanti e li fa mangiare inusitatamente dalle 9 del mattino alle tre di notte , frullando e rosolando , soffrigendo e arrostendo mantecando e infornando , sempre e comunque puzzando. Arte e architettura , vita e morte , cibo e spazzatura ,e anche Cellini e Mantengna , cipolla e rabarbaro, Giotto e Tiepolo, senape e aglio, Palladio e Leonardo , patate e pomodori, Morandi e Boccioni, caffè e cornetti, i Medici e la cappella Pazzi, lo strudel e la panna cotta, Santa croce e Luca della Robbia. La puzza globale rende tutti noi cittadini del mondo, ci orienta e ci permette di fermarci tranquilli all’ombra di un palazzo , attutisce i desideri e addormenta i gusti.

L’estate è un lampo.

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Comincia il mese settembrino e così ci diamo una calmata. Ho vissuto giorni di guerra tra raffiche di karaoke e strabilianti esplosioni per spettacoli pirotecnici, ho visto sciamare i corpi fatti, sfatti e rifatti nelle prove  intensive di cortei non autorizzati sul percorso bar-piazza e spiaggia, in strada ballavano oscillando pure i santi e le madonne sudate per i manti damascati  e il carico di gioielli e di oro,  c’erano fracassi di ottoni e grancasse e bombe  musicali sparate dai cassoni delle autobimbominkia regalate da genitoriAminkia. Fluivano le colate inarrestabili di gelati da passeggio, passavano i piedi nudi  esibiti tra lacci , fibbie e plastiche glitterate e poi crescevano giorno per giorno quei tatuaggi con intere decorazioni floreali -zoologiche che partendo dal braccio raggiungono il deltoide, ricascano sul trapezio e il grande pettorale e poi seminano foglie, serpi e tutte le qualità entomologiche su cosce, dietro le orecchie e sugli inguini e i polsi; vedevo strisciare  sui corpi  gli scorpioni incastonandosi, svolazzare le mosche e le coccinelle, e poi le farfalline scivolavano nel solco intergluteo o chissà persino in gusci più nascosti.

Ogni giorno, di notte, esplodeva il  cielo dell’Illimite peloro , di qua o di là nella costa dello Stretto, un botto un lampo o una pioggia di raggi luminosi ricordava l’estroflessione invadente dell’estate.

Esplosioni fulminanti o di “spaccata”, combustioni animate dalla chimica che non ho mai imparato al liceo e dal colore dei minerali, quei lampi colorati gridano sgargianti dei componenti  che sembrano invettive , Cloruro di rame, Stronzio e Bario!

Poi c’è l’arte che li fa più belli e la tecnica che li mette in sequenza e giù botte e scoppietti, stelle, pioggie e colpi sicuri, bombe lunghe e controbombe.

Il pubblico sulla spiaggia di Cariddi assiste attonito e ricorda sempre che la tv ci ha mostrato tutte le ultime guerre come degli spettacolari war games in cui il bagliore accecava i vivi non facendo vedere i morti.