Dov’è la Vittoria le porga la chioma

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La trasfigurazione mortale del paesaggio urbano dei palmizi è quasi completa.

Arrivano cartoline da piazze asciutte di chiome;

appaiono essenze primordiali mentre passi tra le case;

restano spoglie ma in piedi nei giardini delle ville;

si reclinano inginocchiandosi nelle aiuole pubbliche;

le vecchie e nuove palme divorate dall’interno hanno una strana presenza nei nostri mondi di città.

Mai ci eravamo ritrovati con tanti morti lasciati stare nella loro consunzione.

La trasfigurazione delle palme in forme solide e astratte ha fatto diventare alcune piazze strani luoghi ipostili.

Gruppi ordinati di colonne infami, decompongono la nostra tranquillità;

punti sparsi e nudi di ordini, poggiati sul terreno, misurano la nostra indifferenza.

Cilindri solitari fatti di cortecce ammalate iniettate dai sondini, si ammalano dell’abbandono.

Non saprei cosa fare esattamente; ma tutta questa morte andrebbe fatta liberare da un lutto , un funerale o un commiato. Un funerale collettivo fatto di una ricomposizione delle spoglie, una vestizione di storie da riscrivere su quelle colonne prima della loro demolizione o crollo.

Colonne traiane o obelischi, storyboard urbani o colonne sansebastiane, tutto è possibile; perfino case provvisorie per stiliti di città prelevati dalle tribune sparse di questo tempo.

Dov’è la Vittoria le porga la chioma …- , la chioma è stata presa, la testa e il corpo resistono ancora un po’ facendo vivere un passaggio di stato in forma estenuata.