La città seccata

SAPONE

Corpo bianco di soda, cardato dal sole . In un panetto di sapone ci sta tanto olio di ulivi quante sono le mani fabbricanti, ci sta tanta forza quanta diluizione. Ci sta l’abbandono del profumo sulla pietra rovente, ci sta la capacità di fare le cose prosciugata dalla mancanza di riparo e dai risucchi predatori di soprusi cattivi e ruffiani.

Al sole riappare la storia millenaria delle misture di Aleppo. La superfice cretta è una mappa incisa, una storia incrostata di pulito e di rivoli sporchi andati perduti, di corridoi piagati che hanno inglobato le peggiori infezioni rilasciandole lentamente ad ogni goccia di acqua del cielo e ad ogni tentativo di fare pulizia profonda.

Il sole spacca e apre solchi, asciuga a fondo e ripropone la corteccia degli ulivi originari ,  il sole riappare nei mondi cavernosi e reticolari della materia come se questi fossero le facce delle persone dalla pelle sgranata e dai cuori rallentati, prosciugati nell’anima e nelle risorse.

Il sole è come un bastone appuntito che traccia arabeschi interrotti sulla pasta dura del sapone. Rimorsi e nostalgie  si confondono e precipitano dentro le ferite asciutte, aspettano acque curative che schiumano leggere;  la ricchezza è delle mani che rigirano quel mattone di Marsiglia e distendono manualmente le piaghe;  è una specie di rigenerazione che per farsi aspetta la consunzione. Oggi è uno di quei giorni in cui puoi prendere la tua città tra le mani e rigirarla tra i palmi sotto l’acqua , curarla un po’ con le mani usando  la sua stessa materia originaria, distenderne i solchi e riportandone un odore. La città è un panetto di sapone in un giorno di sole,  con le tracce profonde che lo sezionano da parte a parte,  lasciarlo ancora lì abbandonato è una decisione di chi preferisce mettersi le mani in tasca voltare la faccia e andare.  Prenderlo in mano, sotto l’acqua, passarlo da una mano all’altra mano  è un modo di riattivare l’odore e di ridare un desiderio. Ci potrebbe essere del buon odore in città. Prendi il sapone, serve acqua e servono le mani.